Didattica a distanza “Classroom Approfondito” – SECONDA PARTE

Formazione degli attori: docenti e alunni

COINVOLGIMENTO DOCENTI (dai 3 ai 5 giorni circa) Per il coinvolgimento graduale dei docenti si potrebbe aprire UNA CLASSE DI PROVA della stessa classe (per es. “PROVA_3F”) dove poter inizialmente sperimentare qualsiasi operazione e formarsi con l’aiuto di tutorial (lato docente).

COINVOLGIMENTO ALUNNI  (3 giorni circa) Successivamente si dovranno invitare (menù “Persone” / Invita alunni) gli alunni nello spazio ufficiale “3 F” prevedendo un unico compito di autoformazione con la richiesta di guardare i videotutorial lato alunno. Importantissimo per gli alunni con BES l’invito ai Tutori (vedi video n. 18) 

INVITO DOCENTI ALLA CLASSE UFFICIALE A seguire inviteremo gli insegnanti nello spazio ufficiale (menù “Persone” / Invita insegnanti).

ULTIME INDICAZIONI – Insegnanti e alunni potranno usare per i simboli e gli operatori matematici “Equation” (presente su Google Documenti). Gli alunni e gli insegnanti con Tablet o Smartphone Android e iOS Apple dovranno scaricare, oltre a Classroom, Documenti, Presentazioni, Meet, … e quanto necessario. Gli utenti Android prima dell’installazione di Classroom dovranno avere Device Policy associato al proprio indirizzo di posta elettronica da sincronizzare con lo stesso Classroom in fase di installazione.

INIZIO DELLE ATTIVITA’: questa fase sarà quella che in assoluto richiederà il maggiore impegno e il supporto tecnico a distanza di almeno un docente per classe

L’esperienza di cui stiamo parlando si sta tenendo in due classi di una scuola media del Centro Italia. Gli sviluppi futuri verranno riportati in questi spazi quando avremo elementi utili per poterla descrivere.

Inseriamo alla fine di questo articolo un contributo video formato da 18 Tutorial collegati dalla filosofia operativa presentata sopra: CREAZIONE DI UN’UNICA CLASSE GESTITA DAGLI INSEGNANTI DEL CONSIGLIO DI CLASSE (Classroom Approfondito: lato insegnante – lato alunno – utilizzo tramite smartphone o tablet Android) E INCLUSIONE DI TUTTI GLI ALUNNI COMPRESI QUELLI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI


Didattica a distanza “Classroom Approfondito” – PRIMA PARTE

Organizzazione degli ambienti di apprendimento

(In questa sede diamo per acquisito il complesso aspetto della tutela dei dati personali e della privacy in particolare relativamente ai minori. A quest’argomento dedicheremo a breve un articolo)

La Didattica a Distanza viene realizzata,  il più delle volte, attraverso l’utilizzo dello strumento Registro Elettronico.  Per sua natura questa modalità risulta il più delle volte statica e macchinosa nel processo di Insegnamento/Apprendimento, a meno che non vi siano dei componenti aggiuntivi di terze parti di natura anch’essa commerciale che si avvalgano dell’utilizzo di spazi Cloud.

Premessa la necessità di una connessione e del fatto che il coinvolgimento degli alunni debba essere totale, oggi vi vorrei mostrare l’utilizzo approfondito di Classroom, configurato con il fine da una parte di stimolare la formazione dei docenti e dall’altra di facilitare, almeno in un primo momento, le azioni che gli alunni saranno chiamati a svolgere. Mi spiego meglio: l’applicazione Classroom facente parte delle Suite di Google può essere usata essenzialmente  in due modi diversi che però condizionano alla base la gestione degli spazi virtuali da parte degli amministratori nonché  l’immediatezza e l’accessibilità da parte di tutti. Intendo dire che la prima importante decisione da prendere in maniera univoca è se:

1 – CREARE UNO SPAZIO VIRTUALE PER OGNI MATERIA – Questa è la modalità normalmente utilizzata (per es. “Inglese 3 F”, “Matematica 3 F”, ecc…) ed anche quella molto più semplice …. una volta usata la modalità successiva.

VANTAGGI:  a) Ogni insegnante sarà amministratore unico del proprio spazio per materia senza dover render conto ad altri. b) Avrà accesso al suo calendario con i suoi eventi.

SVANTAGGI: a) L’alunno vedrà nella videata principale di Classroom TANTE CLASSI VIRTUALI QUANTE SONO LE MATERIE. b) Gli insegnanti non potranno vedere in uno spazio condiviso un calendario con su scritti tutti i compiti per la settimana corrente (sarebbe necessaria una condivisione esterna a Classroom).

2 – CREARE UNA CLASSE VIRTUALE UNICA (per es. “3F”) – Ogni docente del Consiglio di classe è amministratore dello spazio.

VANTAGGI:  a) Gli alunni vedranno UN’UNICA CLASSE VIRTUALE. b) Sia gli alunni che gli insegnanti potranno far riferimento all’unico calendario integrato dove saranno presenti tutte le attività  fissate per quella settimana e rendersi conto dell’impegno richiesto giorno per giorno. c) Le varie attività possono essere personalizzate o individualizzate per alunni con bisogni educativi speciali (BES) in maniera flessibile e in tempi relativamente brevi. d) La scelta di un unico spazio crea una relazione più forte e complessa tra docenti e insegnanti sul modello di una vera “Community”.

SVANTAGGI: a) Gli insegnanti saranno tutti amministratori dello stesso spazio “3 F” con responsabilità comuni

Una volta stabilito questo, dovranno essere fissate (almeno a livello di Consiglio di classe):

a. IL NUMERO MASSIMO SETTIMANALE DI IMPEGNI VIDEO (videolezioni) destinato per materia-per settimana.

b. LA QUANTITA’ E LA DURATA DI OGGETTI DI APPRENDIMENTO DESTINATI (Learning Objects per materia / per settimana) al fine di non caricare eccessivamente il grado d’impegno richiesto agli alunni. Bisogna in tal senso accordarsi su come strutturare e somministrare l’intervento educativo come singolo Oggetto di Apprendimento: Un oggetto unico più complesso in termini qualitativi e quantitativi (30 min. massimo) oppure lo stesso oggetto diviso in 3 interventi graduali e ridotti in termini di tempo e intensità (10 min ciascuno).

Ricordiamo infine che la flessibilità in termini di operatività di un tablet o di uno smartphone è diversa da quella di un portatile o di un fisso.

Noi ci concentreremo nella CREAZIONE DI UN’UNICA CLASSE dove, ricordiamo, tutti i docenti invitati del Consiglio di classe amministreranno “alla pari” questo spazio.

Sarà bene che l’amministratore iniziale imposti gli “Argomenti” uno per ogni materia chiamandoli appunto “MATEMATICA”, “STORIA”, “SCIENZE”, … ecc. e che i post assegnati ai singoli alunni debbano essere associati alle rispettive materie dagli insegnanti/amministratori delle rispettive discipline.

Come ultima cosa sarà opportuno (per non essere sommersi da notifiche di “compiti” attribuiti da tutti gli insegnanti e restituiti da tutti gli alunni!!!) bloccare le notifiche stesse dalla videata iniziale – menù in alto a sinistra – IMPOSTAZIONI // (disabilitare) RICEVI NOTIFICHE E-MAIL.

A seguire i video N. 1 (di 16) PREMESSA (lato docente)

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Il Project-Based Learning (PBL)

Affrontiamo il Project-Based Learning (PBL) come pratica alternativa (in senso chiaramente non esclusivo) alla tradizionale Didattica di classe. I Bisogni Educativi Speciali (BES) e gli alunni più dotati (Gifted Students) sono spesso quelli che più degli altri soffrono “il livello educativo standard” e la conseguente mancanza di opportunità di apprendimento che si adattino ai propri bisogni educativi.

project-based

Da un punto di vista deontologico e professionale ogni insegnante è fermamente convinto che tutti gli alunni di una classe debbano essere coinvolti tenendo conto dei diversi bisogni ed ogni insegnante sono sicuro che agisca di conseguenza. I dubbi nascono nel momento in cui si cerca di concretizzare questo principio unanimemente condiviso attraverso l’azione educativa.

La Didattica tradizionale è storicamente radicata ed è quella più immediata nel contesto che vede al centro del processo educativo-didattico quelli che tutti noi operatori scolastici, famiglie e agenzie di valutazione, siamo soliti chiamare “Programmi” declinabili in “Standard Educativi”: nei consigli di classe, specie in presenza dei genitori rappresentanti, la domanda ricorrente (non che non lo debba essere in assoluto) è quella intesa  capire se si è “in pari con i Programmi”. Gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA) selezionati dagli insegnanti vengono così messi sulle spalle di chi, dalla periferia di questo flusso educativo, dovrà puntare verso lo standard richiesto, il centro appunto, l’obiettivo ultimo.

Il fatto è che, da un altro punto di vista (lo stesso che traspare dalla normativa degli ultimi dieci anni), gli stessi Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA) insieme ai Programmi, agli Standard e ai Progetti personalizzati e Individualizzati, una volta selezionati rispetto al flusso educativo di cui abbiamo parlato sopra, dovrebbero puntare verso quello stesso centro occupato però da tutti i Bisogni Educativi (dagli alunni) presenti in quella classe.

Per far ciò, il tipo di didattica che possa realizzare questa seconda prospettiva è la Didattica Attiva e Inclusiva che raccoglie in sé numerosi approcci metodologici tra cui appunto il Project-Based Learning.

Detto ciò non dobbiamo dimenticare che nella società globale, che è anche la nostra società, esistono degli standard di riferimento che debbono e comunque possono essere perseguiti (per alcuni o per molti all’interno di una classe) attraverso una stessa metodologia didattica che coinvolga “tutti e ognuno”.

Per ciò che riguarda il Problem-Based Learning (PBL) si potrà prendere spunto da piattaforme per noi quasi sconosciute come quella del Buck Insitute for Education o il Defined STEM che propongono centinaia di esperienze project-based secondo i diversi livelli, con video, immagini e testi raccolti per ogni singola esperienza. Certo si tratta di portali in lingua inglese, ma per chi se la sente … potrà essere fonte di ispirazione.

Defined STEAM

Gli obiettivi da perseguire in un gruppo classe potranno andare da quelli più vicini agli standard educativi a quelli più personalizzati per la semplice capacità di lettura e comprensione del testo o individualizzati come la capacità di interagire, così difficile da perseguire in presenza di gravi disabilità o autismo: ad ogni componente del gruppo  il suo ruolo collaborativo per realizzare il compito o progetto finale e perseguire obiettivi didattici su misura e competenze trasversali.

coggle

Tra i contenuti possibili ci potrebbe essere la realizzazione di un camping su progetto, la creazione di un complesso da attrezzare per la pesca sportiva, la gestione di un parco consesso dall’Amministrazione locale per la rivalorizzazione di uno spazio particolare; e ancora la programmazione di una festa popolare, la creazione di un’applicazione mobile (Mobile App) per la divulgazione di contenuti locali storici, artistici, culinari, sportivi e così via. Si tratta comunque di “Compiti di Realtà” su progetto pianificato dagli alunni della classe sotto la  regia responsabile e competente del docente.

Tutte le abilità da perseguire e le conoscenze da strutturare si dovranno e si potranno avvalere di strumenti immediati e stimolanti (spesso di natura digitale, anche se non esclusivamente):

adobespark

Queste sono solo alcuni degli strumenti utili per realizzare Compiti di Realtà (Authentic Taks) con l’impiego di una didattica di tipo collaborativo, che si è soliti individuare con il suffisso “Based-Learning (Project-Based Learning, Problem-based Learning, Studio-Based Learning, ecc … ). Esistono quindi innumerevoli possibilità e strumenti a cui attingere per ogni possibile esigenza educativa, disponibilità di sistema operativo da parte di insegnanti e studenti, applicazioni di “libero utilizzo” o a pagamento.

Una volta adottate anche questo tipo di metodologie sarà facile avere la sensazione che ogni gruppo ed ogni singolo studente si stia mettendo in gioco dal punto di vista degli apprendimenti secondo il proprio livello, ma soprattutto nella capacità di affrontare e magari superare situazioni problematiche e difficoltà relazionali stimolando quella creatività che non è cosa di tutti, ma che non è detto sia prerogativa unica di chi la possiede come dono di natura.kidsthink

Il PBL potrebbe rivelarsi una grande opportunità di crescita per tutti gli studenti, soprattutto per quelli più problematici. Per gli insegnanti un’opportunità di crescita professionale. A questi ultimi la cabina di regia  sarà riconosciuta non per diritto naturale ma per acclamazione da parte dei propri studenti.

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Gruppo Lavoro Inclusività e Didattica Inclusiva: un aiuto da Google

Con questo articolo si vuole approfondire l’aspetto relativo all’ AZIONE CONDIVISA TRA GLI INSEGNANTI AL FINE DI FAVORIRE LA DIDATTICA INCLUSIVA. Con la Circolare Ministeriale n. 8/2013 il “nuovo” Gruppo di Lavoro per l’Inclusività (GLI) si fa carico di tutti gli alunni certificati con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) e NON SOLO DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’. Per questo motivo il GLI ha visto aggiungersi ai componenti del precedente Gruppo Lavoro LE FIGURE DI COORDINAMENTO PREVISTE PER OGNI CLASSE OVE SIANO PRESENTI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI e questo al fine di assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi” (C.M. 8/2013).inclu

Il GLI è formato da:
a) Dirigente Scolastico
b) Componente medica con la Responsabile del Servizio
c) Assistenti Sociali dei comuni di residenza degli alunni
d) Funzioni Strumentali Area Inclusività (se previste)
e) Responsabile di Segreteria
f) Rappresentante dei Genitori
g) Organismi medici esterni accreditati
h) Coordinatori o figure di coordinamento di tutte le classi ove siano presenti Bisogni Speciali
i) Docenti di Sostegno

I compiti del GLI sono:
1. rilevazione dei BES presenti nella scuola;
2. raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere (PEI, PDP, Attività e Progetti di Didattica Inclusiva);
3. focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;
4. rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
5. raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi;
6. elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico e da sottoporre alla ratifica del Collegio dei Docenti.

CRITICITA’: volendo tener fede a quanto stabilito dalla Circolare Ministeriale, il Dirigente Scolastico avrebbe a che fare con la creazione di un gruppo costituito mediamente da 30-60 persone (nella mia scuola di appartenenza sono previsti 65 componenti) che dovrebbero incontrarsi, “almeno mensilmente, nei tempi e nei modi che maggiormente si confanno alla complessità interna della scuola” (C.M. 8/2013). Come? Esattamente non si sa!

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Normalmente si finisce per convocare il Gruppo Lavoro “di precedente fattura” (GLHI) impoverendolo quindi di quelle figure di coordinamento che la norma ha previsto perchè siano presi in carico TUTTI gli alunni con Bisogni Educativi Speciali all’interno dell’istituzone scolastica. Il legislatore però, pur legiferando in maniera corretta, non ha tenuto conto di alcuni aspetti fondamentali:

  • Se nella Scuola Primaria l’applicazione di quanto stabilito potrà sembrare verosimile per il numero di ore dedicate alla Programmazione, l’impegno contrattuale degli insegnanti di Scuola Superiore di Primo e Secondo Grado, non consente di ritagliare questi momenti di condivisione. I pochi incontri tra colleghi che precedono i Consigli si svolgono nei corridoi ai cambi dell’ora o nel momento della Ricreazione. In caso di “persone di buona volontà”, questo impegno è rimandato in orario pomeridiano con incontri prevalentemente telefonici.
  • Tali condivisioni ristrette (quando si verificano) riguardano due o al massimo un numero ristretto di insegnanti. Difficilmente è possibile attivare tutto il Consiglio di Classe.
  • La strutturazione dei Piani Educativi Individualizzati è spesso lasciata all’azione prevalente dell’Insegnante di Sostegno al quale i colleghi di disciplina danno la loro totale fiducia apponendo la firma sul documento di Progettazione Educativa, qualche volta addirittura senza leggerlo (questo avviene nel caso in cui l’insegnante di Sostegno non chieda un coinvolgimento corresponsabile a qualche collega, compito che peraltro appartiene alla sfera d’esercizio di entrambi). Il PEI che ne scaturisce risulta, nella migliore delle ipotesi, condiviso in maniera “statica” e prova di ciò risiede nel fatto che in nove casi su dieci un PEI o un Pdp realizzato ad inizio anno raramente viene modificato “in itinere”. La natura dinamica di questi documenti e gli approcci di condivisione necessari per una evoluzione tanto formale quanto sostanziale sembra rimanere spesso disattesa. Intendiamoci bene: non che tali progetti non prevedano misure utili per l’alunno. Il problema è che spesso si tratti di documenti inalterabili come se nel corso dell’intero anno scolastico nulla cambi o si possa cambiare visto il miglioramento o il peggioramento o viste entrambe le cose, nell’applicazione dell’azione didattica a favore di quell’alunno.

COME FARE?gsuite

La nostra scuola si è accreditata per motivi didattici sul portale Google G-Suite For Education. Tra tutti le classi o spazi virtuali che è possibile creare con la App più rappresentativa della Suite, Google Classroom, abbiamo pensato anche alGruppo GLI 2016-17″ al fine di realizzare quanto previsto dalla normativa in materia di Inclusione e per la promozione di una condivisione che potesse supportare e facilitare la Didattica Inclusiva. Con la realizzazione di questo spazio tutti i componenti si potranno incontrare e interagire in qualsiasi momento in uno spazio protetto, grazie alle credenziali personali (guarda il video).

Dopo aver dato un’occhiata al video sopra pensiamo a quanta condivisione ci potrebbe essere nella strutturazione di un PEI o di un Pdp. Pensiamo a quanta sostanza potremmo apportare nel momento di fissare gli obiettivi iniziali di un PIANO ANNUALE INCLUSIVITA’ (PAI), mettendo il documento in condivisione con tutti i componenti del GLI. Pensiamo a quanta spinta questo strumento potrebbe dare ad una Didattica Collaborativa generalizzata, premessa importante per ogni possibilità di Inclusione. Infine pensiamo alle potenzialità, ancora del tutto insondate, di questa Suite “Web Based”, probabilmente la migliore nel panorama attuale degli strumenti educativi a disposizione di ogni scuola che ne voglia fare uso.

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Classroom (G-Suite): le ultime funzioni didattiche e gestionali integrate

Google Classroom è lo strumento più rappresentativo all’interno della Suite di Google (G-Suite for Education). E’ potente e versatile e ultimamente si è arricchito con nuove caratteristiche. Da poco è capace di fornire un’istruzione personalizzata a seconda dei bisogni educativi di ognuno e questo si sposa perfettamente con la Didattica Inclusiva dei Bisogni Educativi Speciali e della normativa presente nel nostro Paese: ora l’insegnante sarà in grado di assegnare compiti, domande nei quiz e scrivere post differenziandoli per ogni singolo allievo. Con questo tipo di accorgimento Classroom si propone di andare oltre la classe intesa come gruppo monolitico e indifferenziato. Si tratta di un accorgimento non da poco che fornisce una valenza didattica aggiuntiva molto importante a uno strumento sempre più completo.

Oltre al potenziamento nelle funzionalità di controllo e nella capacità di analisi e gestione di dati da parte dell’Amministratore, la società californiana ha potenziato le sue API al fine di integrare Classroom in alcuni portali didattici innovativi (gratuiti nelle funzioni base o demo, a pagamento nelle versioni Premium):

  • Flat.IO consente allo studente di scrivere spartiti attraverso un editor online o di collaborare a componimenti musicali (una serie di tutorial in lingua inglese sono disponibili sotto)
  • Classcraft Un portale di “Gamificazione della Didattica“: ogni allievo costruisce il proprio personaggio e intasca punti attraverso sfide didattiche di tipo collaborativo. Come in un gioco, in situazioni particolari si ricevono anche delle penalità

  • Little SISStrumento che automatizza in maniera professionale ogni tipo di creazione delle classi con la relativa sincronizzazione degli elenchi da importare ed esportare. Attraverso l’applicazione “native DesktopLittle SIS (Student Information System) gli insegnanti non dovranno più creare manualmente le classi che “si auto-creano e si auto-sincronizzano”

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Insegnante di Sostegno e Tic

Il mestiere dell’insegnate di Sostegno è sicuramente peculiare e necessita di abilità relazionali, comunicative e psicologiche veramente particolari. Se poi, oltre a questo, potesse avere anche una buona conoscenza in “tutte le discipline” meglio ancora. Escludendo situazioni particolari o gravi disabilità come la psicosi infantile e certe tipologie dello spettro autistico che necessitano di una relazione e di un’azione pedagogica estremamente complessa, in caso di Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.), potrebbe venire in soccorso la Didattica Digitale. Vediamo 3 tipi di opportunità:

  1. L’utilizzo di risorse reperibili in Rete (piattaforme di condivisione, web software, stand-alone software, meglio se Open Source) favorisce o comunque contribuisce allo sviluppo di attività collaborative dove alunni con bisogni educativi speciali che seguono contenuti comuni potranno partecipare puntualmente ad attività “a coppie” o per piccoli gruppi. Per una sorta di “personalizzazione” dell’azione verso il singolo o relativamente alle fasce per livelli di apprendimento, è importante puntare sull’utilizzo di Web Software o Software da utilizzare off-line Open Source (Google Docs o altri software on-line, almeno in fase di realizzazione, non utilizzano le estensioni che generano confusione nei momenti di scomposizione e ristrutturazione dei file): se ci si abitua all’utilizzo di Software Open, ogni “Oggetto di Apprendimento” (Learning Object) sarà facilmente adattabile alle diverse esigenze e ai differenti contesti.
  2. Nel caso di momenti educativi Individualizzati intesi a perseguire abilità “utili per la vita come “la Conoscenza e la lettura dell’Orologio”, “la Conoscenza e l’uso del Denaro” e altri, potrebbe essere utile far ricorso al software didattico off-line. in questo senso sarebbe possibile anche il coinvolgimento di tutta la classe o semplicemente solo dell’alunno che necessità di questo tipo di esercizio; dipende essenzialmente dall’ordine di scuola. Mi vengono in mente programmi come “Euro” (sezione Matematica) di Ivana Sacchi, Animated Clock Game di Flix Productions, la grande varietà presente in siti come Vbscuola, per non parlare dei programmi tanto validi quanto “costosi” di Anastasis, Carlo Mobile Pro per la Dislessia o la corrispondente versione libera LeggiXMe le cui sintesi non sono il massimo, ma sono capaci di integrare anche quelle più professionali.
  3. La possibile creazione di un sistema/portale On-line a sostegno dell’azione educativa programmata e condivisa dai colleghi dei vari Consigli di Classe. Sarebbe abbastanza semplice strutturare un ambiente virtuale condiviso, anche in tempo reale, dedicato alla Programmazione (strutturazione dei Progetti Educativi della classe, PEI, Pdp, laboratori e Attività Collaborative) e alla Realizzazione delle attività intese a perseguire i relativi obiettivi. Tali attività sarebbero conosciute in anticipo, almeno dai colleghi in compresenza o da chi partecipa in maniera multidisciplinare. Non che in questi casi non vi sia progettazione, ma le occasioni di incontro sono veramente poche, almeno dalla Scuola Media in su. C’è poi un altro problema veramente rilevante che potrebbe trovare in quanto detto una semplice soluzione: l’insegnante di Sostegno di un alunno che segua contenuti, attività collaborative o progetti comuni alla classe NON SA QUASI MAI CHE “COSA SI FA OGGI”! Potrebbe al massimo conoscere tramite una funzione del Registro Elettronico quali compiti siano stati assegnati o se è prevista una verifica scritta per quel giorno, ma non cosa farà il collega nella sua disciplina o per le attività collaborative previste nella classe. Ad un osservatore esterno tutto ciò potrebbe sembrare un po’ assurdo! Tornando alla possibilità di condivisione di Programmi e Azioni su spazi virtuali in Rete, non tutte le opportunità possono risultare a dimensione dell’apparato scolastico che è, tra le altre cose, obbligato a gestire un volume di dati sensibili non indifferente. Molte scuole dotate di Registro Elettronico sono state accessoriate con nuove funzionalità come le “Aule Virtuali” (Moodle), offerte per così dire gratuitamente al cliente-scuola, ma spesso esistono difficoltà di integrazione tra i diversi database e alla fine non risulta tutto scontato come dovrebbe. Ci sono spazi forniti da Google Apps for Education (Google Classroom, Docs, Calendar, ….) che, previa iscrizione della scuola di appartenenza, potrebbero dare una soluzione a questi e a molti altri problemi: i backup sono sicurissimi e vengono fatti più volte al giorno.

Google docs richiede solo l’iscrizione personale (magari dei componenti del Consiglio di Classe) con un account @gmail.com, che molti di noi già hanno: sia la funzionalità di condivisione che i backup sono sicuri, ma la posta elettronica “gira i dati in chiaro” nella Rete e quindi si dovrebbero avere particolari precauzioni in merito: “Non utilizzare nelle bozze la pagina iniziale di un PEI o di un Pdp contenente i dati anagrafici dell’alunno”, “Non scrivere dati sensibili di cui si è a conoscenza per il ruolo ricoperto nella scuola”.

Il mio Registro on-line ha una funzione “Agenda” dove vengono fissate le verifiche. Assomiglia a un foglio Excell (Sheet di Google Docs) per la prenotazione di un campo da tennis. In fondo basterebbe integrare ogni pagina settimanale con le attività previste che il collega di disciplina intende proporre o condividere con il collega di progetto, con l’insegnate di Sostegno o con quello di Potenziamento. Più difficile a dirsi che a farsi, almeno oggigiorno, senza considerare che lo sforzo richiesto è minimo rispetto ai vantaggi di “inclusione” per l’alunno e per tutti noi che possiamo trovare una professionalità più condivisa grazie all’aiuto degli strumenti informatici.

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Didattica per alunni DSA (1-3)

L’intervento educativo nei DSA –Disturbi Specifici di Apprendimento-richiede l’applicazione di una “Didattica Speciale”. In presenza di alunni con certificazione di Dislessia non secondaria ad altra problematica, il canale uditivo sembra essere quello da privilegiare. I messaggi scritti dovranno essere presentati in veste “ridotta a livello quantitativo” e, possibilmente, accompagnati da mappe mentali o concettuali. Dalla mia esperienza in classe, ritengo che due siano le abilità indispensabili che l’alunno debba riuscire a padroneggiare prima possibile:

  1. la capacità di gestire un Personal Computer nelle sue funzioni di base: propedeutica all’utilizzo di software specifico, permette all’alunno DSA, tendenzialmente caotico e disorganizzato, di mettere in atto “algoritmi” ricorrenti che facilitano l’organizzazione del proprio lavoro.
  2. saper utilizzare il software specifico.

Ma quale Software? Come usarlo? Quando? Naturalmente molte sono le variabili di cui tenere conto: dalle caratteristiche emotive dell’alunno, alle competenze specifiche degli insegnanti; dall’obbligo di strutturare un progetto educativo personalizzato alla possibilità di coinvolgimento costruttivo dei genitori. Una volta affrontate e rese funzionali certe componenti è indispensabile stilare e realizzare un progetto (Pdp) che preveda anche, ove possibile:

  • l’utilizzo del PC in modalità funzionale alla sua volontà e capacità di apprendere.
  • Il reperimento dei libri di testo in formato digitale tramite richiesta dei genitori all’Associazione Italiana Dislessia ( http://www.libroaid.it/)
  • Educare l’alunno all’utilizzo del Software per la comprensione del testo tramite Sintesi Vocale (tema del prossimo articolo N.2 di 3). Per il PC segnalo: Carlo Mobile, LeggiXme, Balabolka e altri ……; per i tablet Android i programmi contenuti nel sito http://www.aiutodislessia.net/programmi-x-tablet-android/)
  • Strutturare e fornire Mappe Mentali e/o Concettuali (prevalentemente da parte degli insegnanti) per fare in modo che il ragazzo possa orientarsi nella ripetizione e nel consolidamento di quanto appreso (tratterò l’argomento con maggiore puntualità nell’articolo N.3 di 3).

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Didattica per alunni DSA (2-3) – Leggi Xme

LeggiXme – Molti sono gli aspetti da prendere in considerazione nella scelta degli strumenti compensativi e, per ciò che concerne il software, sarà utile proporre i programmi che si riterranno più utili come: la suite Office con correttore, un diario digitale, il registratore di suoni, il riproduttore audio, un Software di lettura del testo con sintesi vocale e il Software per la creazione di Mappe Mentali e Concettuali (per l’insegnante). Saltando i chiarimenti per gli strumenti più conosciuti, focalizziamo l’attenzione sulle ultime due tipologie: tra le Sintesi Vocali, oltre ai prodotti commerciali, segnaliamo “LeggiXme” (funzionante su Sistema Operativo Windows) con sintesi vocale nelle diverse lingue. Tutto è liberamente scaricabile  dai seguenti siti: https://sites.google.com/site/leggixme/ (il programma), http://www.cross-plus-a.com/it/balabolka.htm  (librerie SAPI5 indispensabili per l’ascolto in tutte le lingue studiate): le voci “gratuite” hanno il difetto di essere un po’ metalliche, ma è possibile integrare sintesi vocali a pagamento molto più fedeli.

Una volta installato il programma (oppure fatto funzionare senza installazione scaricando la versione funzionante da chiavetta USB), è fondamentale esercitarsi un minimo per imparane l’utilizzo. A tal fine si potrà ricorrere a qualche semplice tutorial come quello riportato sotto , tenendo presente che l’alunno, al posto del semplice brano presentato nell’esempio, potrà caricare il libro di testo in formato digitale.

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Didattica per alunni DSA (3-3) – Le Mappe

Cmap o Freemind – Nella Didattica in generale, e in particolare in quella legata ai Bisogni Educativi Speciali, si fa uso di Mappe Mentali o Mappe Concettuali (Mind-Mapping). La differenza tra una Mappa Concettuale e una mappa Mentale sta nell’immediatezza con cui chi la guarda si forma un’idea del contenuto trattato e lo trattiene in memoria.

  1. La Mappa Mentale è evidentemente la più immediata: essa, oltre ad avere sempre un centro di irradiazione con elementi colorati e/o figurati, mette in gioco associazioni emotive ed è indicata soprattutto per una comprensione “alla portata” di alcuni Bisogni Educativi Speciali.
  2. La Mappa Concettuale testimonia maggiormente il complesso esercizio di sintesi fatto dall’autore o magari dallo studente chiamato a realizzarla.  Se questa fosse la prova finale per il raggiungimento degli obiettivi di comprensione dell’argomento trattato in classe, essa rivelerebbe perfino il grado di difficoltà con cui lo stesso studente si è trovato ad operare. Tra le altre utilità da attribuire a questa tipologia di mappe c’è quella di costituire un ottimo supporto per l’alunno DSA che, una volta studiato il paragrafo o il capitolo della materia di turno (tramite ascolto dal libro di testo digitale: parte evidenziata o MP3), potrà esercitare quanto appreso seguendo i nodi della mappa fornitagli dall’insegnante.

Tra i software destinati a questo compito possiamo segnalare Cmap, Freemind, Xmind funzionanti tutti in modalità stand-alone. Esistono possibilità anche on-line come WriteMaps, Cacoo, SpiderScribe o Lidiatext (portale in italiano che richiede la registrazione).

Per vedere il panorama dei software disponibili consultare la pagina: http://www.mind-mapping.org/VicsPicks/. Intanto vi propongo dei videotutorial in italiano che ritengo interessanti:

Di particolare importanza il tutorial di Lidiatext (con utilizzo on-line) che vi propongo qui sotto:

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Il Coding nelle scuole e l’uso del programma Scratch 2

Oltre 300.000 studenti e 16.500 classi hanno partecipato l’anno scorso alle attività di Coding nelle scuole italiane. L’iniziativa si chiama “Programma il Futuro”, su progetto lanciato a settembre dalla collaborazione tra il MIUR e il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) al fine di introdurre i rudimenti della programmazione informatica tra i banchi in maniera semplice, divertente e accessibile (fonte http://hubmiur.pubblica.istruzione.it). Il portale nasce da una costola del sito Code.org (“L’Ora del Codice”).                                                               Si tratta di affrontare il codice di programmazione attraverso un approccio ludico sullo sfondo di scenari “a cartoni”. Le abilità di strutturazione di sequenze logiche, la capacità di orientamento spazio-temporale e persino l’esercizio occhio-mano, forniscono stimoli coinvolgenti anche per alunni con Bisogni Educativi Speciali.               Una volta affrontato il percorso sopra descritto, sarà utile da parte degli alunni confrontarsi con la “programmazione” vera e propria (di tipo visuale ovviamente, sul modello di “Programma il Futuro”) utilizzando l’applicativo “Scratch 2” che è fruibile sia nella versione on-line (pulsante “Crea”) del MIT (Massachusset Institute of Technology) sia in quella off-line, da installare nel nostro computer.

Tutorial:

Per chi volesse approfondire segnaliamo riportiamo sotto strumenti e portali in Rete fruibili “dalla Scuola superiore di secondo grado in su”:

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