Come preparare una lezione in Rete

Preparare lezioni on-line

Vuoi preparare una lezione per una Flipped Classroom? Una spiegazione per la classe come parte di un Learning Object? Oppure vuoi dare ai tuoi alunni la possibilità di realizzare presentazioni con effetti speciali? Ci vengono in soccorso strumenti come Padlet, Mural, Prezi, Versal, Educreations, Thinglink, Powtoon, Edpuzzle, VideoAnt  e moltissimi altri. In particolare VideoAnt ci permette di strutturare videolezioni così come lo stesso fanno Zaption, PlayPosit, Vialogues. La cosa che però ci sorprende è la sua semplicità di utilizzo e l’immediatezza con cui ogni oggetto creato si possa porre agli occhi dell’alunno.

Vista la notevole proliferazione nel Web di simili portali vanno sottolineate le caratteristiche che li contraddistinguono e li accomunano un po’ tutti. I siti in questione:

  • funzionano tutti on-line;
  • sono gratuiti;
  • richiedono la registrazione dell’insegnante e, a volte, anche degli alunni: solo in alcuni casi viene generato un codice di partecipazione per evitare la creazione account da parte di questi ultimi;
  • le funzionalità proposte, anche se con sfumature diverse, sono molto simili.
  • Propongono una miniera di lavori realizzati e condivisi a cui attingere.

Ricordiamo che le diverse caratteristiche, sono quelle alle quali il docente dovrebbe prestare la massima attenzione nel momento della scelta. Va da sé che tutto il materiale messo in condivisione rappresenti una miniera di elementi strutturati. Questi potrebbero rivelarsi utili per la realizzazione di un “Oggetto di Apprendimento” per la classe e di tante versioni dello stesso quante ne siano necessarie per i diversi bisogni educativi presenti. Detto questo non resta che l’imbarazzo della scelta!

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Robot Insegnante: Tega

Quello che segue potrebbe sembrare fantascienza ma, anche se ad uno stadio iniziale, è reale e devo dire anche un po’ inquietante: La robotica si comincia ad imparare a scuola (Lego Mindstorms NXT e EV3, Arduino, Raspberry Pi) , ma c’è di più. Il MIT (Massachusetts Institute of Technology)  credo intenda andare oltre, forse sostituire in un futuro chissà poi quanto lontano, l’insegnante di classe. Tega è un robot-assistente educativo della scuola dell’infanzia e dei primi anni della primaria: lo deduco dal fatto che sia di peluche e che si presenti come giocattolo per bambini.

tega

Si basa su qualcosa di tanto diffuso quanto economico: uno smartphone Android. I suoi numerosi sensori decodificano le espressioni facciali, i movimenti e i pensieri associati dell’interlocutore ed è capace di rispondere in un circuito collaborativo tra pari.

Più che di un robot si tratta di una piattaforma di “robots sociali” “equipaggiati” con numerosi oggetti di apprendimento: vocabolari, storie da raccontare, …. . Tutte le caratteristiche sono descritte in modo puntuale nella pagina ufficiale del MIT.

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Animatore Digitale e Team. Come procedere?

Quali le scelte e le politiche da adottare per il Team Digitale?

La miriade di risorse informatiche disponibili in Rete è tanto varia quanto inebriante, quasi stordente. Il loro utilizzo in classe promuove una didattica “attiva”, collaborativa e inclusiva. La scelta ponderata da parte dell’insegnante di uno strumento piuttosto che di un altro è influenzata dal contesto. Ci sono però elementi o premesse indispensabili di cui tenere conto.

web

L’educazione informatica non è solo quella che fa sentire i nostri ragazzi partecipi e parte di una comunità anche se ci si trova nel bel mezzo di un lavoro collaborativo in classe. Questo è sicuramente importante, ma lo è altrettanto far maturare in loro la conoscenza dell’Informatica:

  1. la struttura della macchina e il suo funzionamento;
  2. l’utilizzo di più Sistemi Operativi.
  3. l’utilizzo di Web Software e Software Applicativo off-line Open Source.
  4. la potenzialità dello strumento in termini di prestazioni misurabili e le applicazioni già realizzate dal progresso tecnologico.
  5. La legalità o meno dei vari servizi nei diversi contesti.
  6. l’aspetto della Sicurezza informatica e del comportamento etico in Rete.

Cosa fare allora?

  • Di certo usando solo (e ho detto solo) il sistema operativo Windows o il portentos-costoso Mac/Os aiutiamo noi stessi, ma non aiutiamo loro a capire. Il computer resterà una macchina fantastica regalataci dal divino strofinio di una lampada.
  • La classe 3.0 non dovrà essere limitata ad un unico ambiente che si connetta con l’esterno. Si potrà concretizzare in una o più piattaforme integrate raggiungibili da ogni classe o sede periferica di una scuola e da tutte le scuole del globo. La sostenibilità a livello di infrastrutture informatiche non è ancora all’altezza delle necessità. Ma intanto perché non procedere su questa via? La destinazione da parte delle scuole dei nuovi PON (non parliamo del “Rafforzamento della banda”, ma di “Attrezzature tecnologiche e laboratori mobili”) spero vada in questo senso. Ho seri dubbi. Le scuole spesso tendono ad accogliere pacchetti miracolosi non considerando minimamente l’aspetto della “scalabilità informatica”.

Se l’insegnante crederà in tutto questo e sarà in grado di accettarlo e gestirlo all’interno della propria formazione, se non dimenticherà la valenza prevalente della componente pedagogica nell’azione educativo-didattica, la sua competenza informatica non potrà che guidarlo nelle scelte migliori per la sua didattica digitale.

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Scaricare pubblicazioni da issuu.com

Avete mai sentito parlare di Issuu? Si tratta di una piattaforma che consente di pubblicare qualsiasi cosa, compreso il nostro “Giornalino di classe”. Essa costituisce anche una fonte inesauribile da cui reperire materiale, grazie alla lettura dal browser di libri e riviste in forma completamente gratuita. Purtroppo però la lettura può avvenire esclusivamente on line e ciò non costituisce di certo un vantaggio! Questa caratteristica ha una motivazione di carattere tecnico facilmente risolvibile con l’aiuto di plug-in come ThemAll! (Firefox) o Download Master (Chrome) e di un’applicazione che vedremo in seguito.
Una volta selezionato il libro o la pubblicazione su issuu.com, basta aprirlo in lettura ed individuare l’indirizzo nella barra del browser, copiarlo, recarsi su http://pasty.link e incollarlo nel campo al centro: dopo alcuni secondi verranno mostrate tutte le anteprime delle pagine. Cliccate al centro di questa pagina e dal menù a tendina selezionate la voce DownThemAll. Create una cartella sul computer per raccogliere tutte le pagine e iniziate il download. Una volta fatto ciò le pagine dovranno essere riassemblate in un singolo file PDF: recatevi su http://www.p0l.it/image2pdf/, selezionate tramite il tasto Add images to convert… tutte le pagine appena scaricate e una volta terminato il caricamento cliccate su Start conversion in fondo alla pagina  per iniziare la conversione.
A questo punto non resta che rinominare il file PDF e leggere l’intero documento off-line.

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La “Flipped Classroom” in 10 mosse

La Flipped Classroom o “Didattica Capovolta” consiste nel rovesciare l’idea canonica di classe

flipped

La parte teorica che normalmente gli alunni ricevono a scuola quando “il professore spiega!” viene loro inviata, prima di qualsiasi cosa, affinché possano consultarla “a casa”. Successivamente, in maniera “capovolta”, tutte le attività pratiche o “i compiti” verranno realizzati in classe, individualmente o in piccolo gruppo, sotto la supervisione del docente. Come realizzare una simile attività?

  • Premessa: è necessario strutturare un ambiente virtuale di classe (Apps di Google, Google Classroom, piattaforma virtuale Moodle) affinché si possa instaurare una comunicazione con gli alunni per l’invio o anche la condivisione di materiale.
  • Programmazione e Preparazione dei materiali: il docente sceglie il tema/contenuto da trattare e definisce gli Obiettivi di Apprendimento, le Competenze da sviluppare. Pianifica gli incontri e le attività che gli alunni realizzeranno prima, durante e dopo le ore di lezione. È importante procurarsi o strutturare uno strumento didattico iniziale da proporre agli alunni affinché essi affrontino a casa l’argomento nei suoi tratti principali, prima di qualsiasi altro incontro in classe. Lo strumento può essere un video o una presentazione con un test per verificare se hanno letto e compreso quanto “studiato” in autonomia.
  • Consultazione e lettura del materiale: l’alunno prepara il contenuto a casa visualizzando e leggendo quanto inviatogli dal docente, completa il test di controllo e prende nota dei dubbi da condividere in classe.
  • Pianificare le sessioni: preparare i materiali in funzione dei dubbi degli alunni. Programmare attività individuali e di gruppo per più livelli, nonché attività collaborative che richiedano un coinvolgimento attivo dei discenti.
  • Risoluzione dei dubbi e condivisione del test eseguito a casa dagli alunni: dedicare i primi minuti della prima lezione utilizzando materiali mirati anche per accrescere l’interesse per la lezione.
  • Attività di consolidamento: Consolidare i concetti acquisiti attraverso attività in classe.
  • Lavoro collaborativo: dedicare una o più sessioni, “sfidando” gli alunni a risolvere un problema, elaborare un progetto, apprendere attraverso l’esperienza diretta, partecipare ad un dibattito o realizzare un’esperienza.
  • Apprendimento fuori dall’aula: incoraggiare gli alunni a lavorare in gruppo in maniera collaborativa , anche attraverso ambienti di condivisione virtuale.
  • Revisione e ripasso: riguardare i lavori realizzati e condividerli con la classe. Dedicare del tempo al chiarimento dei dubbi che potrebbero permanere. Orientare i ragazzi ad una valutazione e autovalutazione.
  • Valutazione dell’insegnante: valutare il lavoro degli alunni secondo gli obiettivi cognitivi (conoscenze e abilità) e le competenze.

il Global Teacher Prize di quest’anno ha visto la vittoria di Hanan Al Hroub, professoressa palestinese con “La pace e l’apprendimento attraverso il gioco”. In quinta posizione si è affermato Colin Hegarty con “Comprendere la Matematica con la flipped classroom”. Questo docente ha adottato il metodo della pedagogia capovolta con gli alunni dagli 11 ai 18 anni ed ha creato circa 1500 video educativi di supporto che si utilizzano grazie all’iniziativa Hegarty Maths.

Chi volesse reperire materiale significativo in lingua italiana, relativamente all’insegnamento capovolto della Matematica, potrà consultare il sito http://www.matematicapovolta.it/, oppure la parte tradotta della Khan Academy. Per le altre materie e per i diversi ordini di scuola vale la pena menzionare http://www.flippedclassroomrepository.it/

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Il “Phenomenon-Based Learning” (P.B.L.)

Il sistema educativo finlandese si caratterizza per la personalizzazione dell’educazione nel curricolo, per l’utilizzo di una valutazione descrittiva al posto dei voti numerici e per l’importanza di incoraggiare la curiosità e la partecipazione degli alunni attraverso forme di “didattica attiva”.

fin

Dopo la leggera flessione nei risultati PISA 2012 (valutazione triennale dell’OCSE), il Ministero dell’Educazione ha ridisegnato un “Curricolo comune” per l’educazione di base che comincerà ad essere applicato dall’agosto 2016. Detto Curricolo è centrato su: soddisfazione di apprendere, lavoro collaborativo, didattica/impegno attivo da parte degli studenti e sviluppo dell’autonomia nello studio e nella vita scolastica. Non si intende eliminare, come qualcuno ha voluto erroneamente affermare, le discipline di insegnamento/apprendimento, ma puntare sul lavoro per competenze e sulle abilità trasversali tra le diverse discipline attraverso quello che si è soliti descrivere con il termine anglosassone “Phenomenon-Based Learning”. Si tratta di un sistema “per progetti” in cui gli insegnanti lavorano con gruppi di alunni, su fenomeni o temi di interesse della classe che partecipa al processo di pianificazione, sviluppo e valutazione. Una pratica già sviluppata nelle scuole finlandesi ma che fino ad ora dipendeva dalle decisioni di ogni singola scuola o addirittura docente. Il nuovo Curricolo stabilisce che, in un periodo dell’anno (alcune settimane), debba essere realizzato almeno in ogni istituto scolastico il modello di insegnamento/apprendimento P.B.L. In cosa consiste il Phenomenon-based learning?

Scelta del tema che verrà affrontato da alunni e professori per varie settimane e da differenti angolazioni applicando contenuti propri delle diverse discipline coinvolte.

  • I singoli alunni/gruppi decideranno come affrontare quel contenuto e attraverso quali ricerche e documentazione.
  • Il docente dovrà esercitare il ruolo di orientatore, guidando gli alunni verso l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento.
  • L’uso dei nuovi dispositivi e degli strumenti informatici (TIC), saranno fondamentali in quanto permettono di esercitare abilità essenziali come la comunicazione, la collaborazione, la creatività, il pensiero critico e la capacità di progettazione.

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Giornalino per “giornalisti di classe”

La possibilità di creare un Giornalino di classe è sempre stata legata alla disponibilità di uno o due insegnanti pronti a coordinare gruppi di alunni, “spesso selezionati”, da impiegare in orario extrascolastico. Forse sarebbe utile un coinvolgimento di tutti gli alunni in termini di contributi scritti, da realizzare prima e consegnare poi agli editori che si siano resi disponibili. L’approccio sarà quello della didattica “attiva” e il coinvolgimento potrà riguardare anche alunni con bisogni educativi speciali. Tra le web application più interessanti segnaliamo:

Lucidpress e Joomagapplicazioni (senza installazione in locale) che consentono di realizzare magazine, book fotografici, cataloghi e altro ancora. Le versioni gratuite dispongono di tutto ciò che serve, per pubblicare online, lavorando anche in maniera collaborativa. Lucidpress può salvare anche in Drive (Google Apps) e fornisce 100 MB a chi si registra.

Creatavist – ideale per esercitare lo storytelling con gli alunni, è usato per libri o reviste digitali multipiattaforma. È utilizzato anche dal celebre New York Times. Offre una versione di prova gratuita.

Issuu – è sicuramente la più conosciuta per la pubblicazione in digitale di libri, cataloghi, giornali e riviste partendo da un documento qualsiasi. Come sempre è necessario iscriversi (Sign Up) per creare, visualizzare e condividere in rete la nostra pubblicazione.

Registrandoci è possibile anche leggere riviste, libri e giornali di ogni tipo, ma di questo parleremo in un altro articolo come “reperimento di risorse funzionali alla didattica”.

Per lavorare off-line segnalo l’applicativo Scribus Open Source Desktop Publishing (disponibile per i diversi S.O.: clicca nel link sopra e seleziona dal menù “Get Scribus”; da Ubuntu basta portarsi su Ubuntu Software Center: va eseguito come root altrimenti non si attivano alcune funzionalità grafiche) come alternativa gratuita al più conosciuto Microsoft Publisher.

Questo è una guida molto valida relativa all’uso di Scribus (Si tratta di tre videotutorial di cui riporto solo il numero 1)

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Flipped Classroom o “Classe capovolta”

“…………… Una strategia didattica alternativa che sta guadagnando attenzione e sostenitori in tutti gli ambienti educativi è la cosiddetta Classe Capovolta (Flipped Classroom)”. (da www.adiscuola.it).

Salve a tutti. Credo sia utile ormai fare il punto sulla “Flipped Classroom” e lo “Spaced Learning”, metodi che in parte, in maniera forse poco consapevole, ciascuno di noi potrebbe aver già sperimentato nella sua carriera di docente. La “Flipped Classroom” è una metodologia di insegnamento che “capovolge” i tempi e le modalità della pratica educativo-didattica: se di norma gli alunni seguono le lezioni a Scuola per poi  realizzare a casa dei compiti di esercizio, con questo metodo si forniscono agli alunni dei materiali-lezione da studiare a casa e si esercitano successivamente tali conoscenze a Scuola. Ovviamente questa modalità trova numerosi oppositori, ma tutto ciò è comprensibile e comunque in questo spazio mi voglio limitare a fornire materiale di esempio nonché delle testimonianze. Vediamo qui la realizzazione di una lezione-modulo tramite “Flipped Classroom”: l’argomento di cui si tratta è “Verga novelliere” e  ci troviamo in una scuola superiore:

Non c’è tempo, voi direte. I programmi ministeriali! Come facciamo ad ascoltare il processo di apprendimento dei nostri ragazzi, come facciamo a dare tempo a errori e intuizioni di ciascuno? La risposta può essere trovata nella metodologia della Flipped Classroom.                                   La lezione frontale, classica, per definizioni regole e dimostrazioni la spostiamo a casa grazie a supporti audiovisivi (mp4, dvd, podcast) mentre a scuola facciamo i compiti, applicazione pratica, apprendimento per problemi e a gruppi di livello. Con l’Insegnamento Capovolto il tempo d’aula è aumentato e si può lavorare diversificando i livelli di apprendimento, si può seguire chi ha difficoltà e stimolare chi è pronto a sfide più alte” (tutto tratto da www.adiscuola.it; la pagina che si apre è  molto approfondita e ricca di informazioni: merita di certo la nostra attenzione).

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Il Coding nelle scuole e l’uso del programma Scratch 2

Oltre 300.000 studenti e 16.500 classi hanno partecipato l’anno scorso alle attività di Coding nelle scuole italiane. L’iniziativa si chiama “Programma il Futuro”, su progetto lanciato a settembre dalla collaborazione tra il MIUR e il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) al fine di introdurre i rudimenti della programmazione informatica tra i banchi in maniera semplice, divertente e accessibile (fonte http://hubmiur.pubblica.istruzione.it). Il portale nasce da una costola del sito Code.org (“L’Ora del Codice”).                                                               Si tratta di affrontare il codice di programmazione attraverso un approccio ludico sullo sfondo di scenari “a cartoni”. Le abilità di strutturazione di sequenze logiche, la capacità di orientamento spazio-temporale e persino l’esercizio occhio-mano, forniscono stimoli coinvolgenti anche per alunni con Bisogni Educativi Speciali.               Una volta affrontato il percorso sopra descritto, sarà utile da parte degli alunni confrontarsi con la “programmazione” vera e propria (di tipo visuale ovviamente, sul modello di “Programma il Futuro”) utilizzando l’applicativo “Scratch 2” che è fruibile sia nella versione on-line (pulsante “Crea”) del MIT (Massachusset Institute of Technology) sia in quella off-line, da installare nel nostro computer.

Tutorial:

Per chi volesse approfondire segnaliamo riportiamo sotto strumenti e portali in Rete fruibili “dalla Scuola superiore di secondo grado in su”:

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Sistema Operativo e Software Open Source

Perché dovremmo utilizzare Software Open-Source? La risposta è: “Perché qualsiasi applicazione è gratuita, stabile, supportata dalle Community (in caso di problemi), libera di essere scaricata, prestata, modificata e adattata ai bisogni di ognuno e di tutti”. Le piattaforme di e-learning (Moodle, Docebo), i nostri Registri Elettronici, la maggior parte dei portali della Rete come Google Apps e altri, sono strutturati sulla base di software libero.

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Anche i Sistemi Operativi sono più stabili, non hanno bisogno di eccessive protezioni  (Antivirus) che ne rallentino le prestazioni E non ci chiedono di inseguire aggiornamenti sempre più potenti. Ah! Dimenticavo …. Una volta puntato sulla formazione di “un docente per plesso scolastico”, non necessitano nemmeno di grande manutenzione!

Pensate ai problemi che si generano nei lavori collaborativi che prevedano l’utilizzo di editor come Word, Write, Power Point, Impress, con documenti creati con estensioni diverse spesso non compatibili tra loro, con l’uso di molteplici chiavette USB, con i rallentamenti fisiologici delle macchine con S.O. Windows, …… . Chi l’ha provato sa che è veramente dura! Quindi:

  1. CONSIDERATO CHE A SCUOLA NON SI UTILIZZANO GIOCHI AL COMPUTER CHE NECESSITINO ACCELERAZIONI GRAFICHE IN 3D
  2. GUARDANDO QUELLO CHE SI FA NORMALMENTE A SCUOLA CON UN COMPUTER COLLEGATO ALLA RETE
  3. CONSIDERANDO IL RISPARMIO CHE UN QUALSIASI STUDIO DI MERCATO POTREBBE FACILMENTE DIMOSTRARE, RISPARMIO CHE POTREBBE ESSERE DIROTTATO DAI NOSTRI DIRIGENTI DIRETTAMENTE NEL CAPITOLO DELLA DIDATTICA COLLABORATIVA E INCLUSIVA

OGNUNO DI NOI HA IL DOVERE MORALE, ETICO E PROFESSIONALE DI USARE SOFTWARE OPEN-SOURCE,  NON COME ESPERTO, MA COME UTENTE INTERFACCIATO, COME CHIUNQUE APRA IL REGISTRO ELETTRONICO, LA PROPRIA E-MAIL, IL CEDOLINO DELLO STIPENDIO, LA HOME-PAGE DI GOOGLE, DI FACEBOOK, …..

Allora, quando bisognerebbe utilizzare il software proprietario? Quando è necessario l’acquisto di CAD o software particolari (normalmente per alcune Scuole ed Istituti Superiori), per l’Office Automation, per alcuni Bisogni Educativi, per aprire e tabulare i risultati delle Prove Invalsi, e poi …. scusate ma non mi viene in mente nient’altro! Ditemelo voi!

Segnalo  la pagina  http://dida.orizzontescuola.it/news/10-motivi-usare-open-source-scuola  e consiglio, per chi voglia affacciarsi nel mondo del software Open Source, il sito dello Istituto di Istruzione Secondaria “Ettore Majorana” di Gela, ricchissimo di indicazioni e Tutorial.

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